giovedì 14 marzo 2013

Habemus Papam

....ha un sapore nuovo per noi l'annuncio del nuovo Papa....lontani da Roma, immersi in un pueblito della zona rurale a un'ora e mezza dalla città celebrando una semplicissima messa con i bambini del collegio Las Virgenes e i suoi professori e mangiando pato (anatra) in una classe sui banchi di scuola....ha un sapore nuovo il pensiero che si, proprio mentre noi sembriamo fuori dalla realtà per la mancanza di mezzi di comunicazione di ultima generazione potrebbe esserci stata la fumata bianca...ci pensiamo da un lato ma dall'altro siamo felici di essere lì con i bambini in quel momento segno di una chiesa che è vicina alla gente, laddove vive....nelle scuole, nel lavoro, nelle strade, nel mercato....si, tornando dalla zona rurale, è proprio il mercato il luogo che mi dice che c'è stata la fumata bianca e, dopo aver comprato della bella frutta fresca che in estate è sempre ottima, corriamo a casa per vedere l'annuncio....è sempre emozionante come momento e alla faccia di chi è in cerca solo di notizie pettegolezzo vogliamo stare con la Chiesa di Gesù ed essere segno di un camminare con la gente...e poi il fatto che il nuovo Papa sia latino americano per noi che stiamo condividendo la vita con questo popolo bè ha un sapore diverso....vero....bello....qui c'è la gente è contenta e noi cerchiamo di fare aumentare il loro orgoglio sottolineando l'origine latino-americana ma anche italiana!!! Possiamo ora immaginare qualche vissuto del nuovo Papa conoscendo la realtà e anche come Aparecida che abbiamo letto, studiato, riflettuto e condiviso con la gente sia stato anche parte della sua riflessione....
Qualcuno ci ha anche telefonato commosso per dire 'Abbiamo il Papa!'....ed è stato anche bello ricevere da qualche amico in Italia un messaggino per condividere anche questo momento della storia della Chiesa e del cammino dell'uomo...che bello e come la distanza unisce nelle cose importanti e vere!!
Sta di fatto che continuiamo contenti nel cammino del continente latino americano!
Ricordiamoci che la Chiesa ha un nuovo pastore, rinnoviamo tutti noi uomini e donna di buona volontà con lui la fede che il Signore non abbandona il suo popolo e rinnoviamo il nostro impegno nella carità e nel servizio.
Chiara e Roby

lunedì 11 marzo 2013

Per riflettere...in questi giorni

La domanda sulla Chiesa che scava nel nostro profondo
Lei in metropoli-tana scendendo dalla 86ma verso Downtown mi dice: «Ho visto un cardinale in tv, non ricordo come si chiama. Gli chiedevano se ora la Chiesa sarà più progressista o qualcosa del genere. E lui diceva che il compito della Chiesa è custodire l’annuncio del Vangelo».

Poi la mia amica fa una pausa. «Non ho capito cosa volesse dire… Me lo spieghi?». Come la viaggiatrice, che sulla linea rossa attraversa i sotterranei della Grande Mela, ho sentito tanti in questi giorni passati tra università, letture di poesia, ritrovi con amici e nuovi incontri. In ogni dove e anche qui a New York, si fanno domande attorno alla Chiesa. A proposito di questa "cosa" che è salita alla ribalta per il gesto "strano" del suo capo. In quel vuoto lasciato da Benedetto si sono infilate un sacco di domande, di questioni. A tavola, in viaggio, nelle pause del lavoro, nelle aule, su Facebook, su Twitter, ovunque si conversi dal vivo o in virtuale. A volte solo poche battute superficiali, spesso la ripetizione di vecchi schemi ritriti, come quello del giornalista visto dalla mia amica. Ma altre volte, non poche, una sincera curiosità.

È stato sempre così. Il cristianesimo fa sempre discutere. Anche quando si pensa di sapere già di che cosa si tratta, capita qualcosa che te lo fa "scoprire" di nuovo. Immagino che nelle bettole, nelle aule, nei mercati di duemilatredici anni fa a Betania, a Gerusalemme, a Cafarnao doveva accadere qualcosa del genere. «Che cosa sta succedendo?» «Chi è che deve venire?». E allora come ora non manca chi cerca in modo farisaico di tenere occulto il nocciolo della questione. Gesù accusava i Farisei di nascondere Dio al popolo dietro i fumi dei loro discorsi, dei loro sofismi, delle loro leggi pesanti e astruse.

Anche oggi si vede un formicolare di chiacchiericcio farisaico. Gente che non intende il nocciolo della questione, ovvero il significato della presenza della Chiesa nella storia umana, e cerca di confondere le persone con piccoli giochi di fumo. Ma l’esperienza del "colpo" e della curiosità successive sono più forti di ogni trucco. E oggi come allora la domanda su questa strana presenza si insegue e si dirama. Per nuove bettole e città, per nuovi mercati e nuove aule, tra templi e grattacieli. In un mondo pagano e religiosissimo come duemila anni fa, irrompe una cosa strana. È soprattutto una grande chance per i cristiani di testimoniare l’essenziale. Il motivo per cui la Chiesa fa parlare di sé è sempre e comunque, nel bene e nel male, legata alla sua natura di "sposa".

Di una insomma che è legata a un Altro. E che esiste solo per un motivo: annunciare che Cristo è vivo. La si ama e la si odia per questo. Perché i nostri limiti e orrori nascondono la sua luce, o perché si preferiscono luci di idoli artificiali e non si sopporta la sua stessa esistenza, come si vede in molti casi crescenti di persecuzione e di insofferenza. Ci sono poi quelli che a volte in modo buffo si impancano a esperti e spiegano a uditori improvvisati i misteri di una storia millenaria, le "regole", i retroscena.

Fanno quasi tenerezza. Magari fino a qualche tempo fa se ne fregavano altamente di qualsiasi cosa accadesse o dicesse il Papa (o altre voci della Chiesa, consacrate o laiche) e ora fanno quelli che la sanno lunga... Ma resta il fatto di una strana inquietudine, di una domanda, che s’è aperta, vasta, diffusa, imprevista. Anche quando è confusa porta attaccate – come le radici nascoste di un bulbo quando lo si estrae – le domande più profonde di ogni persona viva. Quelle sul proprio destino, su cosa è stare qui, soffrire, amare, morire, stare soli o insieme, orfani o figli, creature o pezzi di nulla. E cosa c’entra con tutto questo lo strano Nazareno…
da  Avvenire

venerdì 8 marzo 2013

Donna: Figlia,Amica, Sposa, Madre

Oggi è la festa della donna. Anche qui in Perù si celebra. Annullata una riunione che avevo con la Preside di Facoltà Psicologia per una manifestazione a favore della donna organizzata con il Comune, tornei sportivi di pallavolo, fiori e cioccolatini in arrivo. Avevo organizzato un pranzo con la commissione che ha lavorato con me per la Festa della Parrocchia, menù Polenta e Coniglio a gran richiesta delle commensali. Anche questa è stata una bella occasione oltre che di amicizia anche per ascoltare alcune storie di vita, dure, difficili, pesanti e instabili ma che dimostrano come la forza dell Donne sia davvero quella che fa andare avanti la famiglia, i bambini, il mondo intero con i gesti di servizio, amore e dedizione che solo la sensibilità di una donna sa fare e intuire. Per questo abbiamo brindato con un buon vino e a chi ci rimprovera che è venerdì di quaresima esi fa digiuno o magro rispondo con le parole di Gesù 'Misericordia io voglio e non sacrificio'; siccome questo momento conviviale è stato un momento di amore e amicizia credo valga molto di più il valore del ritrovarsi intorno ad una tavola che rispettare un precetto con la semplice motivazioni di rispettare una regola. AMARE, AMARE, AMARE questo chiede il vangelo. Rimando anche ad un bell'articolo di Avvenire proprio su questo argomento.



Per chi vuole...
Un Padre che non rinfaccia ma ama
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: "Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta". Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò
il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto (...)».

Un padre aveva due figli. Se ne va, un giorno, il più giovane, in cerca di se stesso, in cerca di felicità. Non a mani vuote, però, pretende l'eredità: come se il padre fosse già morto per lui. Probabilmente non ne ha una grande opinione, forse gli appare un debole, forse un avaro, o un vecchio un po' fuori dal mondo. Ma i ribelli in fondo chiedono solo di essere amati.Il fratello maggiore intanto continua la sua vita tutta casa e lavoro, però il suo cuore è altrove, è assente. Lo rivela la contestazione finale al padre: io sempre qui a
dirti di sì, mai una piccola soddisfazione per me e i miei amici. Neanche lui ha una grande opinione di suo padre: un padre padrone, che si può o si deve ubbidire, ma che non si può amare.
L'obiettivo di questa parabola è precisamente quello di farci cambiare l'opinione che nutriamo su Dio. Il primo figlio pensa che la vita sia uno sballo, è un adolescente nel cuore. Cerca la felicità nel principio del piacere. Ma si risveglia dal suo sogno in mezzo ai porci a rubare le ghiande. Il principe ribelle è diventato servo.Allora ritorna in sé, dice il racconto, perché prima era come fuori di sé, viveva di cose esterne. Riflette e decide di tornare. Forse perché si accorge di amare il padre? No, perché gli conviene. E si prepara la scusa per essere accolto: avevi ragione tu, sono stato uno stupido, ho sbagliato... Continua a non capire nulla di suo padre.
Un Padre che è il racconto del cuore di Dio: lascia andare il figlio anche se sa che si farà male, un figlio che gli augura la morte. Un padre che ama la libertà dei figli, la provoca, la attende, la festeggia, la patisce.Un padre che corre incontro al figlio, perché ha fretta di capovolgere il dolore
in abbracci, di riempire il vuoto del cuore. Per lui perdere un figlio è una perdita infinita. Non ha figli da buttare, Dio.Un padre che non rinfaccia, ma abbraccia; non sa che farsene delle scuse, le nostre ridicole scuse, perché il suo sguardo non vede il peccato del figlio, vede il suo ragazzo rovinato dalla fame.Ma non si accontenta di sfamarlo, vuole una festa con il meglio che c'è in casa, vuole reintegrarlo in tutta la sua dignità e autorità di prima: mettetegli l'anello al dito! E non ci sono rimproveri, rimorsi, rimpianti.Un Padre che infine esce a pregare il figlio maggiore, alle prese con l'infelicità che deriva da un cuore non sincero, un cuore di servo e non di figlio, e tenta di spiegare e farsi capire, e alla fine non si sa se ci sia riuscito. Un padre che non è giusto,
è di più: amore, esclusivamente amore. Allora Dio è così? Così eccessivo, così tanto, così esagerato? Sì, il Dio in cui crediamo è così. Immensa rivelazione per cui Gesù darà la sua vita.                 

mercoledì 6 marzo 2013

Un bell'articolo....

 Segnaliamo un articolo interessante sull'importanza della dimensione missionaria....Buona Lettura

 LA MISSIONE SONO GLI INCONTRI, LE RELAZIONI, LE CONOSCENZE, I CAMBI DI PENSIERO E DI PROGRAMMA CHE UNO FA NELLA VITA....PIU' SONO E PIU' LA VITA è PIENA, INTENSA, INCASINATA, STORTA, IMPREVISTA MA UNA COSA E' CERTA....E' VITA!!!





http://www.missioitalia.it/news.php?id_art=2353

lunedì 4 marzo 2013

Incontri quotidiani Per Strada

Oggi vado a piedi in cartoleria per far stampare dei fogli tra il sole che ancora si fa sentire scaldando molto e i bambini e i ragazzi che oggi hanno iniziato il loro nuovo anno scolastico...si mentre ancora qualcuno va in spiaggia o in piscina per vincere il caldo oggi professori e ragazzi si sono ritrovati tra i banchi di scuola come si suol dire. Qui si va ancora in giro molto a piedi, sarà perchè la gente non ha la macchina, sarà perchè anche 1 sol e 50 centimos per il mototaxi a volte fa comodo risparmiarlo però qui in strada c'è molta gente a qualsiasi ora. Una delle cose che mi aveva più colpito al ritorno in Italia per le vacanze è stato proprio l'esatto contrario cioè la mancanza di gente per strada e quindi l'isolamento percepito. Qui la gente ci vive in strada....in strada non solo si cammina, si incontra gente, si parla ma si cucina, si mangia, i bambini ancora giocano e anche gli adulti con le loro reti da pallavolo passano il tardo pomeriggio giocando insieme, per strada si beve birra fino all'estremo, per strada si fanno le feste con musica alta fino al mattino, per strada si vedono le coppiette di adolescenti che rubano spazi di intimità, per strada si spaccia, si ruba e a volte si spara.....Tornando al racconto di oggi 'per strada' incontro una bambina Brany che ha partecipata a Vacaciones Utiles potendole augurare Buon Primo giorno di scuola con la mamma che mi dice 'Te la voy a mandar para que la renforzas sobre todo en la religion que yo soy un diablo!', per strada o meglio nel moto taxi ho potuto dialogare con il moto taxista che mi dice 'ma lei è cristiana? e mentre gli rispondo vedo un adesivo 'mi senor es Jeovha y Cristo es todo para mi. Che bello scambio il nostro di parole tra due fratelli che vivono la loro vita fatta di lavoro, incontri, famiglia chissenefrega se uno è testimone di Geova e l'altro cattolico....no di fronte a Dio tutti siamo uguali e fratelli! per strada posso fermarmi a qualsiasi ora a qualche tiendita per comprare....per strada....speriamo che anche in Italia 'torniamo un po' indietro' per dare più vita alla strada che è luogo di incontro, scambio, imprevisti e sorrisi!

venerdì 1 marzo 2013

Bellezze e Bontà del Perù

Cheviche
Chicharron
Arroz con mariscos

Pisco Sour 

                                                               Buon cibo italiano in Perù
Coca e rum Pisco

....y Fiesta Parroquial


Febbraio: Vacaciones Utiles.........

Il mese di febbraio ci ha visti totalmente impegnati nell'organizzazione di Vacaciones Utiles per i ragazzi. Quest'anno come novità la presenza di una classe di bambini dai 3 ai 5 anni e una classe di secundaria per un totale di 100 ragazzi. La giornata correva tra lezioni, talleres, deporte e tanta allegria e voglia di stare insieme in amicizia. Anche la Festa Parrocchiale con il Bingo, la Santa Messa con il vescovo e il pranzo condiviso con la gente, la 'fogata' alla playa e la visita della mamma di Roby e Flavio hanno caratterizzato questo mese bello intenso!